Storia
Nel 943 i Re Ugo e Lotario donarono Portalbera ai vescovi di Pavia, donazione confermata nel 977 dall'Imperatore Ottone I°. Piacenza contestò queste decisioni e per più di due secoli vi furono complicate rivendicazioni con interventi di Vescovi, Cardinali ed addirittura Papi: finalmente si venne ad un accomodamento, in virtù del quale, nel 1376, il Vescovado di Pavia otteneva la proprietà del paese, che mantenne fino al 1743.
Nel 1525 Portalbera fu saccheggiata dai Lanzichenecchi e decimata dalla povertà e dalla peste. L'importanza storica di Portalbera è fatta risalire dagli studiosi alla sua particolare posizione, localizzata tra la Via Romea, antico tracciato percorso dai pellegrinaggi Europei sui cammini per Roma, ed il porto sul Po.
Già nel secolo XIII esisteva a Portalbera un traghetto ed un porticciolo, con attracco per la navigazione fluviale, con due grandi pioppi che lo delimitavano: nel dialetto locale il pioppo è detto "albra", e di qui il nome Porto Albra (porto dei pioppi), che poi divenne Portalbera. La sosta dei viandanti è comprovata dall'edificazione di un "Ospizio dei Pellegrini" in Portalbera, il primo che si incontrava sulla Via Romea dalla Francia, per opera del Vescovo pavese Guido, nel 1114, con il concorso di Cardinali, Vescovi ed Abati, italiani e francesi. Unitamente ai pellegrini viaggiavano i mercanti: il traffico proveniente dalla non lontana Piacenza e diretto a Genova passava necessariamente da Portalbera, il che ne sottolineava l'importanza strategica.
La chiesa parrocchiale, dedicata all'Assunta, fu costruita nel 1714 usando i materiali della vecchia chiesa ormai fatiscente e di un'altra, quella di San Pietro, ugualmente demolita. Patrono del paese è San Fedele, il cui corpo fu trasportato solennemente dalle catacombe di Roma a Portalbera, per volere del Cardinale Durini.
Nel 1753, dopo la pace di Aquisgrana, tutto l'Oltrepò passò come giurisdizione civile al Re di Sardegna e dal punto di vista religioso al Vescovo di Tortona. Seguì poi, come per tutto il resto della Lombardia, l'amministrazione imperiale austroungarica, fino alla proclamazione del Regno d'Italia.
Sino ad una settantina di anni fa, il Po lambiva l'abitato, che nel 1916 conservava ancora il suo antico ponte di barche sul fiume. In seguito ad un'alluvione, però, il ponte fu trascinato via dal fiume in piena, e fu poi rifatto, più a valle, a Spessa Po (perchè lì si era arenato il vecchio ponte di barche), dove si trova attualmente.
L'economia di Portalbera è quindi sempre stata incentrata sul trasporto e sul commercio fluviale, ma dopo gli anni della Seconda Guerra Mondiale la vita economica di Portalbera è cambiata, non potendo più contare sul porto e sul ponte e non avendo mai i portalberesi lavorato, in misura significativa, nel settore dell'agricoltura.
In base ai dati del 31 dicembre 1996, il 69% dei 759 portalberesi in età lavorativa ha trovato occupazione lontano dalla propria abitazione, soprattutto a Stradella, ma anche a Pavia e Milano. I cittadini che hanno un'occupazione in paese sono impiegati nell'artigianato, nella meccanica e nel commercio; gli occupati nell'agricoltura arrivano al 4,5%. La popolazione totale è di 1.269 abitanti.
Lo stemma ed il gonfalone sono stati concessi al Comune nel 1955.